Biennale Architettura 2023: Il laboratorio del futuro

Leggendo la presentazione della Biennale di Architettura 2023 quello che colpisce dal titolo è il messaggio di speranza che c’è dietro. La prima immagine che la mia mente ripesca è quella dei dipinti di Gauguin, il primo a portare su tela immagini così esotiche nella società occidentale. L’occhio dell’artista è sempre quello più vulnerabile ed avanguardistico ed il fatto che la Biennale abbia stretto il focus su di un territorio muto, esausto, contraddittorio, per certi versi inesplorato seppur così vasto come l’Africa, è un messaggio di speranza. Questo gesto porrà le basi per appunto il futuro. Non è adesso che se ne vedrà il seguito – anche se la società odierna corre ad una velocità irreale – ma sarà un passo importante per qualcosa di valore nel futuro. Come grande è stato l’occhio di Gauguin che attraverso il suo sguardo ci ha raccontato mondi esotici e diversi, così è ogni slancio avanguardistico e lungimirante, anche se dalla società quasi mai apprezzato nel breve termine o addirittura criticato. In politica il cambiamento ormai è una parola abusata e quasi fasulla ma quando invece viene utilizzata come monito dal mondo dell’arte, è un’altra storia. Il cambiamento è intrinseco nel concetto di arte e di architettura, per natura è già così. In questo caso, quando in modo ancora più consapevole viene presa una posizione anche riguardo tutti gli altri aspetti della società, si può solo che ben sperare che qualcuno un giorno raccoglierà un frutto dolcissimo. Il momento è delicato, ci troviamo tra due millenni e sono pochissimi i motori del cambiamento verso un futuro che porti con sé un’inversione di marcia consapevole a differenze di quella che stiamo ancora percorrendo. Non è impresa semplice ma soltanto il mondo delle arti può iniziarne il cammino. Curiose di apprezzare il risultato, attendiamo l’apertura della mostra anche come fonte di ispirazioni.